Una sola giornata di presenza presso l’area riservata a Regione Lombardia. Un’esperienza breve ma molto intensa quella del Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina che sabato 4 marzo ha preso parte alla 13° edizione di Identità Golose presso MiCo, Milano Congressi. Al centro dell’ormai rinomato congresso internazionale della cucina d’autore la forza della libertà intesa come viaggio, un bene oggi fortemente messo in discussione dagli eventi di cronaca, dall’intolleranza, dalle guerre e dal terrorismo, dalla sempre più scarsa voglia di capire gli altri…come si legge nella presentazione del 13° Congresso. Il viaggio, dunque, per ribadire che tutto quello che consumiamo, non appena usciamo dalla schiavitù della povertà che ci inchioda a mettere nello stomaco quello che c’è, è frutto di viaggi. Tutto viaggia e da sempre: viaggia l’uomo, viaggiano i prodotti, viaggiano le idee, conclude Paolo Marchi Creatore e curatore di Identità Golose. Un viaggio anche per il Distretto, dalla Valtellina a Milano per far conoscere le eccellenze enogastronomiche di una Terra tanto difficile quanto suggestiva, da sempre sospesa fra il delicato e saggio equilibrio che vi deve essere fra tradizione e innovazione.
A seguire i lavori erano presenti Attilio Tartarini, coordinatore del Distretto e Marco Chiapparini, responsabile eventi che così risponde.
Perché a Identità Golose e perché una sola giornata?
Abbiamo scelto di prendere parte a Identità Golose perché è un evento molto qualificato che per sua stessa natura coinvolge un pubblico già formato o comunque molto interessato all’enogastronomia. Cibo, cucina, prodotti e ricerca di materie prime sempre più eccellenti, di nicchia, il tutto declinato in un ricchissimo programma di respiro internazionale. Direi una bella opportunità per la Valtellina ancor più vista la presenza di illustri nomi dell’alta cucina nazionale e internazionale. Grazie all’ottima e continuativa collaborazione con Ersaf abbiamo potuto, così, approfittare dell’ospitalità di Regione Lombardia garantendo ai nostri migliori prodotti che si fregiano dei marchi di tutela un’ottima vetrina.
Quale attinenza fra il tema di Identità Golose 2017 e i prodotti valtellinesi?
Il ruolo del Distretto nell’ambito di questo contenitore di assoluta rilevanza è stato quello di valorizzare i nostri migliori prodotti che vengono da una terra aspra e difficile come quella montana, sempre mantenendo un forte collegamento fra la libertà, nuove e vecchie metodologie di produzione e il territorio stesso. Un viaggio, dunque, sia nello spazio sia nel tempo per i nostri prodotti a marchio di tutela. Basti pensare alle lontane e antiche origini siberiane del grano saraceno utilizzato per i Pizzoccheri di Valtellina, oggi nuova IGP, alla millenaria cultura legata ai vini DOC e DOCG conosciuti ormai in tutto il mondo. Per la produzione della Bresaola di Valtellina, la sola IGP, addirittura si parla ancora di segreti tramandati di generazione in generazione. Il Bitto DOP sembra risalire all’epoca dei Celti… Insomma direi che la Valtellina ha le sue incredibili storie da raccontare, tutte storie di gusto e di cultura di una comunità che ha sempre saputo valorizzare il proprio passato.
Come ha reagito il pubblico di Identità Golose?
Pur essendo un target molto vario quello di Identità Golose è di certo un pubblico molto consapevole rispetto al senso e al valore che oggi ruota intorno al concetto di cibo e di consumo sostenibile. Numerosi i degustatori e i sommelier presenti così come nutrita la delegazione di studenti dell’Università Gastronomica di Pollenzo, in provincia di Cuneo. Chi ha sostato presso il nostro spazio espositivo ha potuto gustare i nostri prodotti in purezza, dunque, non ricettati: dai formaggi alle mele e dai vini alla bresaola ricevendo tutte le informazioni relative all’impiego del grano saraceno per la preparazione dei Pizzoccheri. Devo dire che i visitatori hanno reagito molto bene e con grande curiosità.
A suo avviso questi viaggi servono alla Valtellina e ai suoi prodotti?
Sì a mio avviso sì. Pur trattandosi di una veloce incursione, quella a Identità Golose è stata un’utile esperienza. Utile soprattutto per rafforzare ancora di più l’asse con gli chef, sempre più veri e propri mediatori culturali poiché conoscitori dei prodotti e dunque dei territori ad essi legati. Credo, inoltre, che oggi più che mai sia doveroso condividere e dunque sposare messaggi o eventi promotori di un consumo del cibo consapevole ed etico. Il cibo - come più volte ribadito in occasione del Congresso Internazionale degli Chef - non è importante solo sotto l’aspetto nutrizionale ma anche culturale, sociale ed economico.