Una pagina importante della storia dell’imprenditoria della provincia di Sondrio è di sicuro quella scritta a Gordona, in Valchiavenna, dalla famiglia Milani di Lecco. Correva, infatti, l’anno 1967 quando Dante Milani fondò l’azienda Valle Spluga. L’S.p.a. oggi conta 325 dipendenti e ha un fatturato di 25 milioni di euro.
Allora, come oggi, il prodotto di questa solida azienda locale, ormai proiettata nel mercato nazionale e internazionale, è il Galletto, rigorosamente allevato a terra in grandi spazi e in condizioni ambientali ottimali, nutrito con mangimi a base di granturco e soia e con acqua di montagna. Disponibile fresco e surgelato, il Galletto Valle Spluga si distingue per gusto finissimo e tenerezza ed è apprezzato sulle tavole di tutta Italia e all’esterno in Francia, Germania, Svizzera, Grecia, Malta e Slovenia. La Valle Spluga compie i suoi primi 50 anni, la famiglia Milani è giunta alla terza generazione di imprenditori che ancora prima si definiscono “persone d’onore che cercano di far bene”.
Abbiamo incontrato l'ingegner Milani, presidente e amministratore Delegato della Valle Spluga che racconta: "Sono in azienda da 35 anni. Oggi al mio fianco c’è anche mio figlio Dante, 45 anni, e da poco Direttore Generale della Valle Spluga. In azienda vi sono, inoltre, una serie di importanti figure di riferimento per ogni settore produttivo. Conto dunque su uno staff molto competente e affiatato". "Abbiamo di fatto un solo prodotto che è il Galletto, un pollastrello pronto da cuocere che pesa 500 grammi, secondo le norme Europee. Fin dalla sua nascita - nei nostri incubatoi - il nostro Galletto viene allevato a terra in ampi spazi mantenendo così una bassa densità. I parametri ambientali sono ottimi e controllati e l’alimentazione è a base di mangimi prodotti secondo una formula specifica e dedicata contenenti mais e soia con aggiunta di vitamine e minerali. Non solo, il controllo dei tempi di vuoto degli allevamenti garantisce la biosicurezza. Acquistiamo all’esterno solo i mangimi - per altro preparati ad hoc - tutto il resto viene fatto da noi. Si potrebbe, dunque, dire in tutta tranquillità che il Galletto Valle Spluga è un prodotto al 100% del territorio della provincia di Sondrio. Il nostro Galletto - nel corso degli anni - è stato lavorato e confezionato dando così vita ad una serie di linee di prodotto. Abbiamo in tutto circa una ventina di varianti fra freschi, surgelati e prelavorati. Produciamo e vendiamo circa 10 milioni di pezzi all’anno per un fatturato di 25 milioni di euro".
Continua Milani: "L’esperienza della mia famiglia in questo settore nasce da lontano, da mio padre Dante che già nel 54 aveva una serie di piccole aziende. Nel ’67 la decisione di fondare la Valle Spluga. La scelta allora ricadde sulla Valchiavenna per motivi per così dire “sociali”. In quegli anni, infatti, il valore del franco svizzero era raddoppiato rispetto alla lira dando origine ad una forte crisi economica che colpì in particolar modo le famiglie valchiavennasche. La disoccupazione, il caro franco e l’interesse da parte delle istituzioni locali per sostenere le comunità della Valle crearono una serie di condizioni favorevoli per l’acquisto di terreni. Condizioni vantaggiose non tanto dal punto di vista economico ma proprio della disponibilità di grandi appezzamenti. Oggi la Valle Spluga può contare su una vasta area con oltre 50.000 metri quadrati di allevamenti e strutture produttive in Valchiavenna, il restante 30% degli allevamenti, invece, si trova fra la provincia di Lecco e quella di Bergamo.
E infine: "Tradizione e territorio per noi non rappresentano un luogo comune, spesso abusato e vuoto di significato. Al contrario, in questi 50 anni, grazie ai nostri collaboratori, abbiamo acquisito una conoscenza straordinaria rispetto alla zootecnica di montagna. Siamo riusciti, dunque, a capire come produrre al meglio in questo suggestivo e delicato ambiente che garantisce aria e acque pulite e salubri. Nessun campanilismo, ma la certezza che le condizioni ambientali su cui possiamo contare non sono replicabili e rappresentano una parte importante del valore aggiunto del nostro prodotto. Anche “qualità” rischia oggi di essere un termine tanto utilizzato quanto privo di sostanza. Ebbene per noi la qualità diventa unica e sola garanzia di sopravvivenza. E’ un valore imprescindibile che ci porta a compiere scelte ben precise. Potremmo, infatti, incrementare la produttività e di conseguenza il fatturato ma questo andrebbe a scapito della qualità del prodotto che oggi invece riusciamo a garantire".